a cura della classe 1A liceo classico
È la sesta settimana di guerra e ormai iniziano a essere chiare le conseguenze di questo conflitto in ambito politico ed economico.
Una guerra inizia quando un Paese ne aggredisce con violenza un altro: la Russia ha invaso l’Ucraina e ora la sta pressando, aumentando i bombardamenti e limitando ancora di più la libertà della popolazione ucraina.
Il 16 e il 22 marzo le classi dell’istituto Colasanti hanno partecipato a due lezioni organizzate dall’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale). Sono intervenuti molti giornalisti ed esperti di politica: Alessia Amighini (coordinatrice osservatorio Asia, Ispi), Gianmarco Sicuro (giornalista Tg2), Ugo Tramballi (senior advisor Ispi), Davide Tentori (esperto di geoeconomia Ispi), Matteo Villa (DataLab Ispi), Francesco Rocchetti (segretario generale Ispi).
Gli esperti hanno parlato dell’attuale situazione sul fronte russo-ucraino e delle conseguenze politico-economiche del conflitto.
Quali sono le conseguenze della guerra?
Il conflitto economico che l’Europa ha intrapreso con la Russia è un’arma a doppio taglio. Ciò è evidente se si notano le difficoltà economiche che sono sorte da entrambe le parti. Al crollo del 10% del Pil in Russia, si accompagnerà anche una riduzione del Pil europeo, per via delle mancanze delle materie prime come gas, petrolio, nickel, alluminio e cereali, che prima venivano importati dalla Russia. Proprio per questo l’Italia, come altri paesi dell’Ue, si è posta come obiettivo per il 2030 di diminuire le importazioni di gas dalla Russia. Questo conflitto sta danneggiando soprattutto le persone e le loro vite: circa 4 milioni di ucraini sono fuggiti dalla guerra su treni molto capienti che trasportano migliaia di profughi tra donne e bambini. Queste persone si rifugiano per la maggior parte in Polonia, Romania e Slovacchia, ma arrivano anche in Italia. Era dalla seconda guerra mondiale che non accadeva un evento simile.
Come ha reagito il mondo?
Siamo in un momento critico, il mondo si sta dividendo in due blocchi: uno a favore della Russia e uno a favore dell’Ucraina. Su 180 Paesi, ben 141 sono contro la Russia. Tra questi quelli dell’Unione europea, l’Australia, il Giappone e gli Stati Uniti che hanno adottato sanzioni durissime; a favore, invece, ci sono Siria, Bielorussia, Eritrea e Corea del Nord. L’India e la Cina hanno dichiarato invece di non volersi schierare. Pechino e Mosca, oltre ad essere nazioni confinanti, sono anche legate dalla rivalità con gli Stati Uniti. In questi giorni sono in corso vari attacchi informatici contro la Russia da parte di Anonymus, hacker esperti e molto temuti che creano disagi e problemi.
E’ una guerra di propaganda?
La Russia fa ricorso alla propaganda, dichiarando che l’attacco all’Ucraina non è una guerra ma una semplice operazione militare. Qualsiasi russo provi a negare ciò, rischia quindici anni di galera. I segni Z e X che servivano a individuare i carri armati russi si sono evoluti, diventando veri e propri simboli che rappresentano coloro che sono a favore dell’invasione russa.
Tutti si chiedono se arriverà la pace: sicuramente è un obiettivo molto lontano, difficile, ma non impossibile.
Questi incontri organizzati dall’Istituto Colasanti ci hanno permesso di capire meglio cosa comporta la guerra e quali sono le dinamiche sociali ed economiche dei paesi coinvolti. Oltre alle informazioni attendibili degli esperti, questi incontri hanno sensibilizzato e interessato gli studenti, facendo capire loro quanto possa essere importante vivere in un paese democratico e quanto si possa essere utili per gli altri facendo dei piccoli gesti, anche semplicemente informarsi.
Le classi dell’istituto Colasanti ringraziano nuovamente tutti gli organizzatori di questo progetto.