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I giovani e l’impegno per l’ambiente

Di Samiya Akter

M’affaccio alla finestra, e vedo il mare:

vanno le stelle, tremolano l’onde. Vedo stelle passare, onde passare: un guizzo chiama, un palpito risponde. Ecco sospira l’acqua, alita il vento: sul mare è apparso un bel ponte d’argento. Ponte gettato sui laghi sereni, per chi dunque sei fatto e dove meni? Mare, Giovanni Pascoli.

Il mare è una creatura che ha sempre affascinato l’uomo. Lo popolano numerose specie di alghe e pesci variopinti, fragili coralli, molluschi, crostacei e chissà quanto altro. È una meta popolare delle nostre vacanze, soprattutto quelle estive, ma quante volte abbiamo notato che il mare non è più limpido e la spiaggia disseminata da quantità ingenti di plastica e rifiuti? L’inquinamento delle acque è uno dei problemi più grandi al giorno d’oggi, ma non viene preso in considerazione allo stesso modo del cambiamento climatico e del disboscamento delle foreste.

Tuttavia ci sono due ragazzi, molto giovani, che hanno deciso di interessarsi a questa problematica; il loro duro lavoro sta dando i suoi frutti. Boyan Slat è un ragazzo olandese di soli 28 anni, oggi amministratore delegato e fondatore della “The Ocean Cleanup”, un’organizzazione no profit che si impegna a eliminare la plastica dagli oceani grazie all’aiuto delle tecnologie avanzate. In poche parole, Boyan utilizza una grande barriera trainata da navi per ripulire l’oceano dai rifiuti di plastica e non solo, che successivamente verranno riciclati e riutilizzati. I risultati non stanno mancando: fino a Luglio 2022, il modello System 002 ha recuperato circa 100 tonnellate di rifiuti, che prima galleggiavano nell’ Oceano Pacifico. Nonostante ciò, non sono mancate le critiche da altre organizzazioni e ONG:l’organizzazione no profit 5 Gyres sostiene che la TOC non abbia fatto un’analisi abbastanza approfondita riguardo agli altri metodi alternativi per ripulire l’oceano, come ad esempio avvalersi dei pescatori, possibilmente muniti di retini.

Tuttavia, questo metodo non è garantito, e Boyan ha risposto dicendo che in quel modo ci sarebbe bisogno di più tempo e anche i costi aumenterebbero

Mark Noak ha sostenuto che sarebbe stato meglio scoraggiare l’uso della plastica, ma Boyan crede che con il suo progetto si possano sensibilizzare le persone al problema e allo stesso tempo risolverne un altro  Marcus Eriksen, invece, ha fatto notare a Boyan che il 92% dei rifiuti sono microplastiche o addirittura materiali più piccoli e che perciò non possono essere raccolti dalla TOC. Boyan ha ribadito che i suoi modelli sono realizzati per recuperare i rifiuti prima che essi si sgretolino in microplastiche.

In aiuto di Boyan, tuttavia, arriva anche Fionn Ferreira, un ragazzo irlandese di 22 anni, che, grazie al suo progetto per rimuovere le bioplastiche, ha vinto il Google Science Fair 2019, oltre ad altri prestigiosi premi. Il suo metodo è davvero molto semplice ed efficace: in un contenitore d’acqua contenente più di dieci tipi diversi di microplastiche, Fionn ha prima aggiunto una sostanza oleosa e poi della polvere di magnetite; successivamente i cerotti di magnetite vengono rimossi e, analizzando il contenitore con uno spettrometro e un microscopio digitale, Fionn ha notato di essere riuscito a catturare circa l’87,6% delle microplastiche.

La scoperta di Fionn è molto importante, in quanto in futuro potrebbe essere utilizzata per filtrare, in modo economico ed efficace, le acque reflue nelle aree urbane e negli impianti industriali. Come ci dimostrano Boyan e Fionn, i giovani si stanno battendo davvero duramente per l’ambiente. Tuttavia, ancora non basta. Dobbiamo fare grandi sacrifici e cercare di sensibilizzare al meglio rispetto alle problematiche del nostro pianeta, così da riuscire a risolverli insieme con meno ostacoli. Le grandi invenzioni come quelle di questi ragazzi sono davvero lodevoli, ma non dobbiamo dimenticare che anche solo facendo una corretta raccolta differenziata e stando attenti agli sprechi di acqua ed energia stiamo contribuendo, nel nostro “grande piccolo”, ad aiutare il pianeta. Come disse Alessandro Manzoni, “dalla meta mai non torcer gli occhi”.

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