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Dipendenze: psicoterapeute in cattedra

di Elena Erasmi

Mercoledì 30 marzo si è svolto il primo di una serie di incontri per il progetto Sii indipendente No dipendente, voluto e realizzato dalla nostra prof di religione Francesca Capaccio. L’ incontro ha visto la partecipazione di due psicoterapeute e di un’educatrice della comunità Cusmano di Anguillara.

Fin da subito la nostra classe, la 4C liceo scientifico, è stata coinvolta nell’ identificare diverse forme di dipendenza, permettendo così ai presenti di avere un confronto attivo con le ospiti, creando un’atmosfera più rilassata e collaborativa rispetto a una comune lezione scolastica. Man mano che si rompeva il ghiaccio ed aumentava la partecipazione, cresceva di pari passo la comprensione della vastità del problema trattato: le dipendenze infatti non sono un tema circoscritto a un ridotto gruppo di persone come spesso si pensa, ma è un bacino più ricco di situazioni, abitudini e disordini.

Presa coscienza della reale portata dell’argomento, siamo stati invitati ad esporre esempi, con la possibilità di presentare esperienze dirette o indirette di dipendenza. In questa fase molti si sono aperti ed è stato un confronto molto piacevole e rilassato, per quanto esperienze di questo genere non siano probabilmente il modo in cui solitamente ci si vuole presentare a persone nuove, così come a compagni ed amici.

L’ultima parte dell’incontro si è svolta cercando di analizzare le cause, le conseguenze e le dinamiche che erano dietro alle esperienze riportate: anche qui la partecipazione è stata attiva, mentre le psicoterapeute moderavano il dibattito e correggevano il tiro fornendo suggerimenti, ipotesi e condividendo con la classe la loro esperienza professionale in modo diretto ma non invasivo.

E poi… niente. Questo incontro è durato solo un’ora: un’ora piena, coinvolgente che ha lasciato alcuni semi in noi ragazzi, che nel resto della giornata e della settimana hanno continuato a fare capolino. Magari senza portare alcun frutto, ma spezzando l’arido distacco da quello che viene visto spesso come un problema “di altri”, ma che ci può toccare più da vicino di quanto si pensi.

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